(di Roberto Rezzo. Fonte: L’Unità) «L’aborto non rientra fra i diritti umani e le donne non hanno il diritto di abortire». Questo vogliono far mettere nero su bianco gli Stati Uniti. Questo è il contributo che la delegazione inviata dall’amministrazione Bush offre ai lavori della quinta Conferenza internazionale sui diritti delle donne apertasi lunedì al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. All’ordine del giorno vi è la revisione dei traguardi raggiunti -e di quelli falliti- a dieci anni dall’ultima Conferenza, quando furono indicati dodici temi cruciali, come diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, partecipazione delle donne nella vita pubblica. Il titolo della Conferenza è «Pechino, dieci anni dopo», ma la polemica innescata dagli Stati Uniti promette di dominare il dibattito. «L’America ha gettato il guanto -replica Adrienne Germain, responsabile della International Women’s Health Coalition, la principale associazione per la tutela della salute delle donne- Tutti qui inserirebbero volentieri un emendamento che gli sta a cuore nel documento finale. E mentre tutti lavorano a un consenso multilaterale, gli Stati Uniti pretendono di mettere paletti e di imporre la loro posizione unilateralmente. È un momento eccezionalmente sfavorevole per i diritti delle donne. Da una parte l´ascesa dell´estremismo islamico, dall’altra la presa di potere della destra religiosa a Washington». […] La Conferenza, che avrà la durata di due settimane, vede la partecipazione di oltre cento delegazioni governative, 80 rappresentanze di rango ministeriale, e circa 6mila attivisti provenienti da tutto il mondo.
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