Cagliari, più obiettori, meno aborti. Ed è odissea negli ospedali per la pillola del giorno dopo.

(di Francesco Pinna. Fonte: L’Unione sarda)
Sono in calo le interruzioni volontarie di gravidanza negli ospedali e nelle cliniche private: l’anno scorso se ne sono contate 1029, contro le 1047 del 2003 e le 1079 del 2002. Merito della prevenzione, assicurano i medici, che riduce al minimo i rischi di gravidanze indesiderate. Ma il viaggio nei reparti di ostetricia e ginecologia cagliaritani offre anche altre sorprese: su 44 ginecologi, solo dieci sono disponibili a praticare l’aborto. Gli altri sono obiettori e in parecchi casi negano anche la prescrizione della pillola del giorno dopo. Una situazione che anche di recente ha provocato tensioni e proteste da parte di alcune pazienti. […] Sono sempre più numerosi i ginecologi obiettori di coscienza che in molti casi si rifiutano anche di prescrivere la pillola del giorno dopo. Una scelta tutelata dalla legge che difende la libertà di coscienza dei medici. L’esempio eclatante riguarda il reparto ginecologia del Santissima Trinità: degli undici sanitari in servizio, dieci sono obiettori. Tutti gli interventi di interruzione di gravidanza sono affidati, dunque, ad un unico chirurgo. «Per il momento riusciamo ad affrontare tutti i casi», assicura Solla, «anche perché, per fortuna, non abbiamo interventi tutti i giorni». Anche alla clinica universitaria su venti ginecologi, sedici hanno presentato la dichiarazione di obiezione. Mentre nel reparto ostetricia e ginecologia del Brotzu gli obiettori sono otto su tredici. […] In alcuni casi, l’elevato numero di obiettori di coscienza nei reparti ha provocato anche qualche protesta da parte delle pazienti. È il caso di E. P., una sedicenne cagliaritana, che nel mese di gennaio ha avuto la necessità urgente di farsi prescrivere la cosiddetta pillola del giorno dopo. Si è presentata al pronto soccorso di Ginecologia dell’ospedale Brotzu nel primo pomeriggio, ma l’unico medico in servizio era obiettore di coscienza e, molto gentilmente, ha rifiutato di prescrivere la pillola. Un’ora più tardi, stessa frase al San Giovanni di Dio: due medici in servizio, entrambi obiettori. «Per fortuna avevo ancora tempo e sono potuta andare al consultorio», ha detto la ragazzina, «altrimenti non avrei saputo proprio come fare. Rispetto la coscienza dei medici, ma se fossi stata con l’acqua alla gola come avrei potuto fare? Rischiavo di restare incinta per un incidente e avrei dovuto abortire».

Archiviato in: Generale