(di Mino Vignolo. Fonte: il Corriere della Sera)
Gli universitari spagnoli sono poco religiosi, diffidano della Chiesa più che di qualunque altra istituzione, prendono le distanze dalla dottrina e dalla gerarchia cattolica manifestando tolleranza in questioni come matrimonio omosessuale, adozione da parte di coppie gay, aborto, eutanasia. È il risultato di un’inchiesta demoscopica condotta per incarico della Fondazione Bbva tra gli studenti degli ultimi anni di corso. Un tempo la Spagna era «la Cattolicissima». Non lo è più. I giovani si allontanano dalla Chiesa ed è un cammino intrapreso ben prima che arrivasse al potere José Luis Zapatero. Forse ora si è accelerato il passo. Naturalmente gli universitari appoggiano, in maggioranza, le iniziative laiche del governo socialista, criticate dalla Conferenza Episcopale e dal Papa. Ogni sondaggio è una pugnalata al cuore dei vescovi spagnoli. In gennaio si era appreso che solo il 14.2% dei giovani fra i 15 e i 29 anni si dichiarano cattolici praticanti. Appena 4 anni fa erano il 28%. Nel 1967, all’epoca di Franco, i cattolici praticanti erano il 77%, in quella classe di età. Ieri la Chiesa ha ricevuto un altro duro colpo. L’inchiesta è stata condotta su un campione di 3 mila studenti in quasi tutte le università del Paese, intervistati fra novembre 2004 e gennaio 2005. I risultati fotografano la galoppante laicizzazione della Spagna. Più di metà si dichiarano non religiosi anche se 8 su 10 hanno ricevuto un’educazione cattolica. Alla domanda sulla frequenza con cui vanno a messa, a parte matrimoni, battesimi o funerali, 4 su 5 rispondono fra 0 e 2 volte l’anno. Quasi l’80% degli universitari si definisce di sinistra o di centro, meno del 10% di destra. Figli del tempo, alla maggioranza degli intervistati non pongono nessun dilemma morale questioni spinose come la convivenza prima del matrimonio (8.8 punti di accettazione su una scala da 0 a 10); il matrimonio gay (7.9); la eutanasia (7.5); l’aborto (7); l’adozione da parte di coppie omosessuali (6.8). Di fatto, incluso il 45% che si dichiara più o meno cattolico, affermano che la gerarchia ecclesiastica difende posizioni «antiquate» su questioni relative al sesso. Ma forse le risposte che faranno più male ai vescovi sono quelle date alla domanda «In che misura ti ispira oggi fiducia ciascuna delle seguenti istituzioni?». In un elenco di dieci, in cui appaiono il governo centrale, il governo regionale, le imprese spagnole, le multinazionali, i mezzi di comunicazione, il ministero dell’Istruzione, l’Onu, le Ong, l’università, all’ultimo posto i giovani hanno messo la Chiesa cattolica. E il risultato non migliora se si guarda ai gruppi professionali: i religiosi sono all’ultimo posto, con un misero 2.7 sulla scala da 0 a 10, dietro ai dirigenti politici, che sono penultimi, ai militari, agli imprenditori e ai funzionari pubblici.