(di m.te. Fonte: Bresciaoggi)
Una ricerca condotta in queste settimane dall’Ufficio di diffusione statistica del Comune certifica un’altra trasformazione in atto nel costume dei bresciani: il crollo verticale dei matrimoni. Una contrazione che va quasi totalmente a carico delle unioni religiose, mentre quelle civili si mantengono su un livello pressoché costante. Fra i giovani arretra la voglia di un impegno definitivo, prevalgono le convivenze sperimentali, e a subirne gli effetti sono i «sì» pronunciati davanti all’altare: un rito che a Brescia sta conoscendo una crisi pressoché drammatica. Record negativo da un quarto di secolo. Nel corso del 2004 – rivela la ricerca condotta da Ines Paccanelli – nel capoluogo sono stati celebrati 706 matrimoni: il valore assoluto più basso nell’ultimo quarto di secolo. Fra essi, i matrimoni civili sono stati 301 (una cifra in linea con l’ultimo decennio) mentre quelli religiosi sono stati 405, ovvero la metà di quanti ne vennero celebrati nel ’92. […] E così, mentre i matrimoni religiosi calano progressivamente e quelli civili rimangono stabili, muta continuamente il bilanciamento fra i due riti, prossimi ormai alla parità. I matrimoni civili, che nel ’78 erano il 16,4% del totale, oggi rappresentano il 42,6%. Di contro i matrimoni religiosi (pari all’83,6% nel ’78) oggi rappresentano solo il 57,4% del totale. […]