(di Francesco Cerri, Aldo Baquis. Fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno)
Toni avvelenati in Israele mentre si avvicina lo storico ritiro da Gaza, previsto per luglio, e voluto caparbiamente dal premier Ariel Sharon nonostante la rivolta della destra nazionalista, della lobby dei coloni e dei rabbini ultrà. In un attacco senza precedenti il leader spirituale del partito ultra-ortodosso sefardita Shas, l’anziano rabbino Ovadia Yossef, si è spinto perfino ad auspicare la morte per intervento divino del primo ministro. Gli attacchi durissimi contro il premier da parte dei religiosi più fanatici si sono moltiplicati negli ultimi mesi, creando una pericolosa atmosfera di delegittimazione del capo del governo, da diversi osservatori paragonata a quella che precedette 9 anni fa l’assassinio dell’ allora primo ministro laburista Yitzhak Rabin. Un altro rabbino ultrà, Yosef Dayan, si è dichiarato pronto perfino a invocare contro Sharon – come aveva fatto poche settimane prima dell’ uccisione di Rabin da parte di un estremista di destra – la terribile maledizione biblica della Pulsa de Nura. La stampa israeliana ha riferito ieri che, indignato dalla prospettiva che il ritiro da Gaza comporti la rimozione dei collegi rabbinici e delle sinagoghe dei coloni, nel suo sermone settimanale nella sinagoga di Shavaat Daat a Gerusalemme il rabbino Yossef si è scagliato contro il premier. «Ma quanto è crudele quello scellerato», ha sclamato. «Che il Santo Signore gli dia un colpo in testa, che lui muoia e non si rialzi più». Le parole di Yossef – che pure è noto per le sue controverse esternazioni – hanno avuto grande risalto sui quotidiani del paese. I suoi collaboratori hanno subito cercato di minimizzare la portata delle sue parole. Il rabbino Shlomo Benizri, un dirigente di Shas, ha sostenuto che Yossef era stato frainteso, e che «in realtà auspicava la morte del piano di ritiro». Ma i giornali israeliani non sembrano avere dubbi sul senso delle parole del novantenne leader spirituale del Shas, che controlla 9 seggi su 120 nella Knesset, il parlamento di Gerusalemme. […]