(di Camilla Desideri. Fonte: Internazionale)
La tensione in Irlanda del Nord, scoppiata in seguito all’uccisione del cattolico Robert McCartney in un pub di Belfast lo scorso 30 gennaio, non accenna a diminuire. Questa settimana l’Esercito repubblicano irlandese (Ira), sospettato di essere coinvolto nell’omicidio, ha offerto alla famiglia di McCartney di ammazzare le persone che avevano partecipato all’azione criminale. La sorella e la vedova hanno rifiutato ogni forma di violenza, sottolineando che i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia. La famiglia McCartney è inoltre convinta che l’Ira stia minacciando e intimidendo i testimoni che hanno assistito all’omicidio. Secondo il quotidiano britannico Independent “la dichiarazione dell’Ira dimostra che l’organizzazione ha perso le sue capacità tattiche, che si sente ancora una legittima dispensatrice di “giustizia” e non conosce la regole base della democrazia. Per anni il partito cattolico del Sinn Féin – considerato il braccio politico dell’Ira – si è sforzato con successo di guadagnare la fiducia dei suoi elettori. Ma ora l’Ira ha deciso di togliersi la maschera e di rivelare il suo coinvolgimento nella violenza e nella criminalità”. È evidente che i suoi membri non hanno capito quello che gli si chiede: “Distruggere le armi e non andare in giro a fare minacce di morte”. […]