(di Giovanna Bruno. Fonte: il Corriere della Sera)
Alle nove di sera i carabinieri uscirono dal centro di accoglienza Regina Pacis con una ragazza rumena sotto braccio. Era il 3 marzo ed era stata la ragazza a chiamare i militari dicendo di aver subito soprusi e di essere stata costretta a rimaner chiusa nel centro con un gesto semplice quanto efficace: la sottrazione del permesso di soggiorno. La rumena aggiunse che lo stesso trattamento era stato riservato alle altre ospiti della casa rifugio per ex prostitute, costruita proprio accanto al palazzone che per otto anni ha fatto da tetto a 50mila clandestini alla periferia di Melendugno, pochi chilometri da Lecce. I carabinieri sentirono le altre ex prostitute e perquisirono un paio di uffici. Poi portarono la ragazza in un’altra struttura di accoglienza per proteggerla. Da quel momento gli investigatori hanno continuato a tener d’occhio il centro d’accoglienza e il suo direttore, don Cesare Lodeserto. Sino a venerdì notte, quando un paio di militari si sono avvicinati al prete e gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Lecce, Enzo Taurino, su richiesta dei pm Carolina Elia e Imerio Tramis. Don Cesare era a Verona, di ritorno da un giro nel nord Italia. Ha trascorso la sua prima notte in carcere pensando alle accuse che gli rivolgono i magistrati leccesi: sequestro di persona, abuso dei mezzi di correzione, violenza e minaccia per indurre a commettere reato e calunnia. Un elenco di reati che sintetizza il racconto di quattro ragazze dell’Est europeo finite al Regina Pacis dopo aver denunciato gli aguzzini che le avevano costrette a prostituirsi. Ora le ragazze moldave e rumene accusano il sacerdote di averle sequestrate nel centro, togliendo loro il permesso di soggiorno. Racconti che si intrecciano a un’altra vicenda giudiziaria: il processo in corso sempre a Lecce, contro il direttore del Regina Pacis e altre 18 persone accusate di maltrattamenti nei confronti di un gruppo di maghrebini. Un testimone chiave di quel processo ha detto ai carabinieri di aver subito violenze e minacce da don Cesare affinché non raccontasse quel che aveva visto la notte del 23 novembre 2002, durante un tentativo di fuga dal Regina Pacis. […]