I Musulmani d’Italia contro la “talebana” di Zelig

(Fonte: il Gazzettino)
«Basta con le “talebane” in tv». A lanciare l’appello contro la «satira di cattivo gusto» di Zelig Circus, la trasmissione di Canale 5 condotta «dall’affiatatissima coppia Bisio-Incontrada» è www.musulmaniditalia.com, il «portale della società civile dei musulmani d’Italia», che, in un articolo firmato da Khaled Chaouki, direttore editoriale del sito internet, protesta contro il personaggio della donna islamica “sottomessa” interpretato dalla comica napoletana Rosalia Porcaro, «con tanto di tunica e foulard che copre rigorosamente tutti i capelli e il resto del corpo». C’era da aspettarselo, perché sempre più spesso le minoranze mal sopportano di diventare oggetto di satira. Un atteggiamento che non riguarda solo i musulmani: anche i sikh a Londra hanno ottenuto di recente la cancellazione di uno spettacolo che irrideva ad alcuni aspetti della loro religione. E qualche anno fa in Italia c’era stato il precedente di Andy Luotto, costretto ad eliminare dal repertorio un suo personaggio dalla fisionomia e dal linguaggio arabeggianti. Per non citare il tragico epilogo delle polemiche contro il regista olandese Theo Van Gogh. […] Chaouki comunque non se la prende con lo spettacolo che anzi definisce «il programma satirico più divertente della televisione». «La Porcaro non fa altro che ripetere lo stereotipo della donna musulmana totalmente schiavizzata dal marito – prosegue l’editorialista – Immaginiamoci la satira su un personaggio di un’altra fede religiosa. Se costui fosse un cattolico, un ebreo o un buddista sicuramente sarebbe già nata la polemica e la denuncia. Il problema è che oggi tutti possono dire tutto sull’Islam e sui musulmani senza il minimo rispetto nei confronti della religione stessa e nemmeno per il milione di musulmani, che pacificamente vivono e lavorano in Italia. Non s’intende la censura di nessuna voce, nemmeno quelle fortemente polemiche nei confronti dei musulmani; ma il rispetto reciproco rimane però un valore fondamentale». […]

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