(di Robert Green. Fonte: Reuters)
Una corte della Florida ha dato il via libera oggi alla rimozione del tubo che teneva in vita da 15 anni Terri Schiavo, una donna gravemente malata al cervello, mettendo fine a un caso giudiziario che dura da sette anni. Il tubo è stato rimosso all’1:45 (le 19:45 in Italia), ha detto l’avvocato del marito della donna, George Felos. Schiavo era stata tenuta in vita dopo un infarto che aveva interrotto il flusso di ossigeno al cervello nel 1990, lasciandola in una condizione che la corte aveva definito di stato vegetativo permanente. Il marito e suo tutore legale, Michael Schiavo, ha detto che la donna non voleva più vivere in quelle condizioni. Dopo sette anni di azioni legali, Michael ha ottenuto il permesso di rimuovere il tubo di alimentazione oggi dopo le 13 (le 19 in Italia), autorizzando il decesso della donna entro un massimo periodo di 14 anni. I leader repubblicani avevano tentato all’ultimo minuto di impedire l’eutanasia, chiedendo che Terri Schiavo fosse ascoltata in Congresso a fine mese. I suoi genitori, Bob e Mary Schindler, avevano cercato di mantenerla in vita, dicendo che spettava a loro decidere e che le sue condizioni sarebbero migliorate con la riabilitazione, facendo pressione sui politici. Il caso di Terri Schiavo ha suscitato un intenso dibattito nel Paese. Una gruppo di manifestanti è rimasto in attesa all’esterno del Woodside Hospice dove era ricoverata la donna a Pinellas Park, Florida, pregando ad alta voce e agitando cartelli. Schiavo aveva 26 anni quando si era ammalata e non aveva disposto le sue volontà per iscritto. La corte della Florida ha stabilito che l’arresto cardiaco aveva privato il suo cervello della gran parte delle sue funzioni neurologiche e che non c’era speranza che riprendesse conoscenza. I giudici hanno così deciso che la donna non avrebbe voluto continuare a vivere, basandosi sulla testimonianza dei familiari su un episodio relativo alla nonna del marito, tenuta in vita da un respiratore. Nel vedere la donna Terri disse: “Se mai diventerò così, vi prego lasciatemi andare… Non voglio restare in vita con una macchina”.