(fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno)
Ennesima fumata nera sulla data del referendum sulla legge 40 al Consiglio dei ministri di ieri. Il vicepremier Marco Follini fa sapere che l’argomento ancora una volta non è stato trattato ma che è «realistico» che si voti a giugno e questo dipende dal «calendario delle amministrative fissato autonomamente dalle regioni». I Radicali, riuniti per il Comitato Nazionale, continuano a chiedere che la consultazione si tenga l’ultima domenica di maggio. E che, per dirla con Pannella «il governo non faccia un atto indecente, per non dire ignobile», optando per una data balneare. Non solo, durante la sua relazione di apertura, il segretario Daniele Capezzone avverte che, nonostante non sia costume dei Radicali dare indicazioni di voto, alle regionali, se il referendum fosse fissato per il 5 o il 12 giugno, «gli elettori radicali dovrebbero essere davvero molto molto motivati per votare Cdl». Da via di Torre Argentina, da più giorni, si invita il governo a decidere «con calma» la data. La legge sui referendum prevede che debbano passare tra i 50 e i 70 giorni dal decreto che fissa la data della consultazione popolare alla domenica scelta. Quindi, a conti fatti, il Consiglio dei ministri avrebbe tempo fino al 9 aprile per optare per il 29 maggio. E dal partito di Pannella si insiste perché la scelta venga fatta dopo le regionali «senza fare frettolosi regali alla Cei». Intanto tiene ancora banco la ‘querelle’ tra i cattolici sulla liceità della scelta del non voto.