(intervista di Aldo Cazzullo. Fonte: il Corriere della Sera)
Presidente Andreotti, nel mondo cattolico c’è un ripensamento. Vescovi e intellettuali decisi a votare no al referendum considerano ora di astenersi. E lei?
«Ho cambiato idea. Non parteciperò al referendum per abrogare la legge sulla fecondazione assistita. Resterò a casa, seguendo l’indicazione del presidente dei vescovi italiani».
L’appello di Ruini era già stato formulato quando lei, due mesi fa, disse che sarebbe andato a votare.
«È vero. In un primo tempo ho ritenuto di restare fedele al principio, sempre enunciato dai cattolici in politica, secondo cui partecipare al voto è un dovere».
Il principio non è più valido?
«No, su questo non ho cambiato idea. Ma nel frattempo c’è stato uno schieramento molto ufficiale da parte della Conferenza episcopale. E in questi casi fare il libero battitore a me non piace. Non sono un protestante. E mi inchino. Sono convinto che una certa compattezza del mondo cattolico sia utile anche al Paese, in questa fase in cui il concetto di modernità pare in libera uscita».
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