(Fonte: la Sicilia)
Gli adolescenti che si impegnano a restare vergini sono colpiti dalle malattie veneree in percentuali non molto inferiori a quelli che non fanno voto di castità, rivela uno studio effettuato per otto anni su circa 20 mila giovani americani. La ricerca ha mostrato che circa il sette per cento dei giovani che non hanno fatto alcun voto di castità sono stati colpiti da malattie sessualmente trasmesse. Tra gli adolescenti che si sono impegnati a restare vergini, divisi in due gruppi, la percentuale delle malattie veneree ha presentato una oscillazione tra il 6,4 (per gruppo più promiscuo) e il 4,6 per cento (per gruppo più casto). I ricercatori di Yale e della Columbia University hanno seguito per otto anni un campione di giovani americani, in età tra i 12 e i 18 anni all’inizio della ricerca, con una serie di interviste successive (comportanti questionari sessualmente espliciti) seguite da test medici. Gli studiosi sono rimasti sorpresi dalla differenza minima (in termini statistici) della incidenza di malattie veneree tra i giovani votati alla castità, aderenti a gruppi come «True Love Waits» (Chi ama davvero può aspettare), e i giovani che conducono una vita sessuale senza vincoli. I ricercatori sono giunti alla conclusione che i votati alla verginità si sposano in età più giovane e hanno meno partner sessuali ma usano meno spesso i profilattici e sono impegnati spesso in attività sessuali «alternative», come i rapporti orali ed anali, che presentano rischi ancora maggiori di contagio con malattie veneree. […]