(Fonte: il Giornale di Brescia)
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il card. Dionigi Tettamanzi, nella sua qualità di presidente della Regione Ecclesiastica Lombardia, hanno firmato un Protocollo di intesa che riconosce formalmente, garantisce e disciplina in modo organico su tutto il territorio lombardo il servizio di assistenza religiosa cattolica nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private accreditate. L’evento ha avuto luogo alla Ca’ Granda, la Grande Casa della Salute della tradizione milanese, quindi in un luogo particolarmete significativo della «comunione tra società e Chiesa» per il bene comune, come ha ricordato il card. Tettamanzi. Il Protocollo odierno è uno strumento pattizio e la Regione Lombardia è la prima in Italia ad averlo adottato. In sostanza, per ciascuna delle strutture sanitarie ed assistenziali è prevista la presenza di un assistente religioso fino a 300 posti letto (di 2 nel caso di 301-700 posti letto, e così via), designato dall’Autorità ecclesiastica, e con un contratto di lavoro con l’ente gestore per quanto riguarda l’attività assistenziale, etica e sociale che svolge a favore di malati e personale sanitario, accanto all’assistenza propriamente religiosa. «Il Protocollo – ha sottolineato il card. Tettamanzi – favorisce l’esercizio della libertà religiosa, e dà una risposta alle esigenze spirituali delle persone inferme di confessione cattolica, dei loro familiari, e di quanti operano nelle strutture, nel pieno rispetto della volontà e della libertà di coscienza». «Riconoscere pienamente il ruolo dell’assistenza religiosa e spirituale – ha affermato il presidente Formigoni – risponde alla logica, che determina la politica regionale, della centralità della persona del malato, con tutte le sue esigenze, nella sanità e nell’assistenza. Il valore della firma di oggi è di essere un ulteriore riconoscimento dei diritti umani e civili fondamentali della nostra società». Per Formigoni, «riconoscere l’importanza dell’assistenza religiosa significa anche riconoscere origine e storia degli istituti ospedalieri, nati all’interno dell’esperienza religiosa con un’attenzione particolare al destino spirituale dei malati».