Schiavo, Corte Suprema Usa respinge richiesta genitori

(Fonte: Repubblica.it)
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta d’urgenza dei genitori di Terri Schiavo di ripristinare l’alimentazione della donna, sospesa da venerdì scorso. Con un verdetto costituito da una sola frase, la Corte afferma che non interverrà nella vicenda che riguarda la donna, dal 1990 in stato vegetativo persistente. La sentenza è firmata da Anthony Kennedy, che era il giudice di riferimento per questo caso ma che, prima d’emettere il verdetto, ha consultato l’intera Corte Suprema federale. E dal ranch di Crawford, in Texas, dove sta trascorrendo la pausa pasquale, il presidente americano George W. Bush si è detto “deluso” della decisione. Il rifiuto d’intervenire non è spiegato, di fatto la Corte si è rifiutata di prendere in esame la questione. È la quinta volta che questo accade di fronte ai nove giudici nominati negli anni dalla Casa Bianca. Ieri, gli Schindler avevano presentato ricorso a Washington dopo che ad Atlanta l’undicesima sezione della Corte d’appello federale aveva rigettato per ben due volte (prima in sessione ristretta, poi plenaria) la richiesta di ripristinare l’alimentazione artificiale. La decisione dell’alta Corte americana chiude così una vicenda che ha suscitato una grande emozione popolare in tutto il Paese, e mette fine ad una battaglia legale che ha visto contrapposti Michael Schiavo, marito della donna, che ha chiesto e ottenuto l’eutanasia, e i genitori di Terri, Bob e Mary Schindler, convinti che le condizioni della figlia potessero migliorare. I legali degli Schindler non hanno voluto rilasciare dichiarazioni dopo il pronunciamento. […] Di fronte al tribunale di Pinellas-Pasco, è ancora in sospeso il ricorso degli Schindler per privare Michael Schiavo della tutela sulla moglie. George Greer, lo stesso giudice che venerdì scorso ha ordinato la rimozione del tubo che alimenta la donna, ha annunciato che si pronuncerà a breve sull’accusa di abusi nei confronti di Terri presentata dagli Schindler contro il genero. […]

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