(di Lorenzo Salvia. Fonte: il Corriere della Sera)
«C’è un bellissimo articolo di Gianni Baget Bozzo, lo condivido in pieno». L’articolo citato da Silvio Berlusconi è quello pubblicato ieri sulla prima pagina de Il Giornale : «L’eutanasia è l’atto di un uomo libero – scrive il prete ideologo di Forza Italia – e quando essa è accettata dalle leggi, tale è la sua condizione». Un’apertura rispetto alla posizione della Chiesa, quasi un invito a regolamentare per legge la questione, magari introducendo il testamento biologico. Ma la maggioranza non segue il suo presidente. «Regolamentare per legge la materia – dice il ministro Udc Carlo Giovanardi – ci porterebbe a vivere quel terribile spettacolo che ci arriva in questi giorni dagli Stati Uniti: trasformare il diritto alla vita in una questione giuridica, in una lotta di carte bollate. Il no all’eutanasia deve essere netto, senza ammiccamenti che ci farebbero prendere una china pericolosa». […] «Il problema – osserva Riccardo Pedrizzi, presidente della consulta etico-religiosa di An – non è di natura religiosa. Quello alla vita è un diritto naturale: non è nell’arbitrio dell’uomo sopprimere un’esistenza, perché la vita oltre ad essere un bene morale e giuridico è un bene sociale. La vita non appartiene allo Stato o ad un tribunale: non sono loro a darla e quindi non possono essere loro a toglierla. Su questa strada non seguiamo Berlusconi: più che occuparsi di eutanasia si pensi all’ospedalizzazione gratuita dei malati terminali». Per la Lega parla Alessandro Cè, capogruppo alla Camera e medico di professione: «La linea di Berlusconi non ci convince perché alla lunga disgrega la famiglia. Tra chi porta avanti la grande battaglia per l’eutanasia c’è tante gente in buona fede, per misericordia della sofferenza altrui. Ma c’è anche chi punta a un disegno politico preciso: ridurre i costi sociali della sanità che, con l’invecchiamento progressivo della popolazione, continueranno ad aumentare».