Le Filippine, l’avamposto cattolico in Asia

(Fonte: l’Arena)
Diciassette persone sono state crocifisse nel cattolicissimo arcipelago delle Filippine durante le cerimonie del Venerdì santo che, come da tradizione, mettono in scena la Passione di Cristo. Travestiti da centurioni romani, alcuni artisti hanno scortato un «Gesù Cristo» per più di due chilometri di sentiero terroso. Sotto lo sguardo di centinaia di turisti e pellegrini che si autoflagellavano con fruste rinforzate con pezzi di vetro, Ruben Enaje, 45 anni, è stato inchiodato sulla croce con pioli di una quindicina di centimetri. Contorcendosi dal dolore, l’uomo che impersonava Cristo è rimasto sulla croce per una decina di minuti prima di essere trasferito in ospedale. Per il 19° anno consecutivo, la località abitualmente calma di Cutud, 70 chilometri a Nord di Manila, si è trasformato in luogo di pellegrinaggio. Dieci altre persone sono state «crocifisse» a Cutud e sei nel vicino villaggio di Santa Lucia tra cui Mary Jane Marangon di 30 anni, sola donna del gruppo. I pellegrini sono spinti al sacrificio dalla necessità di ringraziare Dio per averli guariti da una malattia.

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