Lancio Reuters
Il Consiglio dei ministri ha deliberato di indire i quattro quesiti referendari sulla fecondazione assistista per il 12 giugno prossimo dopo che è mancata la unanimità dei consensi sulla data del 29 maggio. Lo hanno annunciato i ministri della Funzione pubblica Mario Baccini e degli Interni Beppe Pisanu aggiungendo che le urne potrebbero rimanere aperte anche lunedì 13 giugno. “È mancata l’unanimità sulla data del 29 maggio […] Essendo dispobinili solo le date del 5 e del 12 giugno, il governo ha ritenuto di indicare la data del 12”, ha detto Pisanu in una conferenza stampa al termine della riunione di governo. A chi gli chiedeva se si voterà anche lunedì 13 giugno e quali saranno gli orari di apertura dei seggi, il ministro ha risposto che “gli orari devono essere definiti per decreto. Mi sento di ipotizzare che si voterà domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15 ma lo do con il condizionale, si dovrebbe trattare di una giornata e mezza”. Pisanu ha motivato la scelta del 12 spiegando che “si evita il ponte del 2 giugno che certamente potrebbe distrarre dei cittadini dal voto se si facesse il giorno 5”. Quanto poi alla mancata convocazione in maggio, determinata appunto dalla mancanza di unanimità all’interno del governo, Pisanu si è limitato ad aggiungere: “Di 16 referendum che finora si sono tenuti nel nostro Paese otto si sono svolti nel mese di giugno”. Il referendum — che propone l’abrogazione di quattro articoli di una contestata legge sulla fecondazione assistita — non è valido se non vanno a votare il 50% più uno degli elettori. I quattro quesiti referendari ammessi dalla Consulta riguardano il limite alla ricerca sperimentale sugli embrioni; le norme sui limiti all’accesso alla procreazione medicalmente assistita; le norme sulle finalità, sui diritti dei soggetti coinvolti; il divieto della fecondazione eterologa. La legge sulla fecondazione è stata approvata il 10 febbraio 2004 ed è una delle più rigide in Europa sulla materia. Limita il ricorso alla procreazione assistita ai casi di infertilità e vieta il ricorso a donatori esterni alla coppia.