Margherita Hack intervistata da AprileOnLine

È un paesaggio lunare quello della Roma semideserta – eccezion fatta per il rione Borgo Pio, dove si ammassano i fedeli – che al mattino celebra i funerali del Papa; diafana, a tratti sferzata da improvvise folate di vento che sul sagrato della basilica scoperchiano il santo capo dei centoquaranta prelati celebranti la messa per Wojtyla. Spettacolo in mondovisione ripreso in diretta dalla stessa angolatura da tutte le televisioni nazionali eccezion fatta per Italia1. Il numero dei fedeli in S. Pietro e quelli nei punti di raccolta semivuoti dove troneggiano i maxischermi è stato inferiore alle aspettative, tra 600 mila e 1 milione, e alla fine della cerimonia sono defluiti composti lungo le grandi direttrici che da Città del Vaticano vanno alle stazioni dei treni e degli autobus senza arrecare disturbo alla città, quasi come al termine di una manifestazione pacifista. Merito della macchina organizzativa e della voglia di vacanza dei romani che evidentemente si sono rinchiusi in casa per il timore dell’invasione. Sulla “papolatria”, come l’ha chiamata Adriana Zarri nel’editoriale de il manifesto di ieri, abbiamo sentito Margherita Hack, astrofisica e scienziata, laica.
D: La grande partecipazione ai funerali è stata veramente una manifestazione di fede?
R: Intorno alla vicenda della morte del Pontefice e della grande partecipazione popolare alle esequie c’è una grande strombazzatura mediatica. Eccessiva. Non sembra neanche vera fede, forse i polacchi sono sinceri, ma sembra piuttosto che ci sia una grande voglia di spettacolo, di partecipare a un evento. A questo ha contribuito un’esagerata esposizione della sofferenza del papa, ha influito moltissimo anche la diretta dell’agonia. […]
D: Pensi che a Roma hanno chiuso scuole e università. La Sapienza di Roma ha addirittura sospeso la didattica invitando i suoi professori a partecipare alla messa in suffragio per il Papa.
R: Un abuso bello e buono. L’Italia è un paese laico e questa è una cosa vergognosa, inaudita. Era più laica la vecchia DC. Sono diventati dei talebani, ci vorrebbe una rivolta dei professori e dei docenti, ma soprattutto del mondo della cultura e dell’informazione. Ma non c’e’ rispetto per i cittadini e per le altre religioni? E chi ha altre esigenze deve accettare di essere bloccato in questo modo? […] Il risultato è che oggi parlare di stato laico in Italia è una barzelletta: certo è importante rispettare il sentimento dei cattolici, ma è importante rispettare il sentimento di tutti. Lo Stato si occupi dello Stato e la Chiesa si occupi della Chiesa senza invadere l’uno il campo dell’altra e viceversa, evitando, tanto per dirne una, quello che sta facendo il cardinale Ruini invitando a boicottare il referendum per cambiare la brutta legge sulla procreazione assisitita. Certo queste ingerenze della Chiesa ci sono sempre state, paradossalmente erano di meno con la Democrazia Cristiana. […]
Leggi l’intervista di Arturo di Corinto su AprileOnLine

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