Bordate contro il rettore dell’Università Giovanni Girone: 92 docenti e 11 dipendenti, in merito alla sospensione delle lezioni avvenuta la settimana scorsa in occasione della morte di Papa Giovanni Paolo II, hanno firmato un documento per salvaguardare la laicità dell’Università e la non sospensione di un pubblico servizio. «Come era già avvenuto lunedì 4 – è scritto nel documento -, una comunicazione dalla segreteria del Rettorato ha disposto la sospensione dell’attività didattica per la mattina di venerdì 8 per i funerali del Papa. Inoltre, la disposizione prevedeva l’attivazione di postazioni televisive in varie facoltà per consentire agli studenti e al personale universitario di seguire la cerimonia. Riteniamo che la sospensione dell’attività sia contraria ai principi di uno Stato e di un’Università non confessionali. Sarebbe stato sufficiente prevedere un esonero per coloro che ne avessero fatto richiesta, senza disporre d’autorità l’interruzione di un pubblico servizio. I credenti non cattolici e i non credenti – è scritto nella nota – si aspettano dallo Stato laico un atteggiamento di apertura a tutte le sensibilità religiose». Un documento messo nero su bianco da venti docenti (Barletta, Bonifacino, Bronzini, Brusa, Cordasco, Corvaglia, Fedeli, Finelli, Fiorentino, Fistetti, Magistrale, Manfredi, Marzocca, Masella, Massafra, Montanari, Monteleone, Spagnoletti, Tateo, Voza) e inviato al personale dell’Università. Sono state raccolte 92 adesioni di docenti e 11 del personale. Stefano Bronzini, docente a Lingue, spiega: «Trovo esagerata la perdita di vista dell’identità laica dell’istituzione Università. La morte del Papa è stato un evento mediatico come tutto il pontificato di Giovani Paolo II al quale le istituzioni laiche non si sono sottratte». Per il prof. Mario Manfredi, docente di Lettere, «Non è una strategia contro il rettore Girone, ma un atteggiamento ideologico che ha a che fare col senso di inopportunità della sospensione dell’attività didattica. Massimo rispetto per chi voleva partecipare al lutto del Papa, ma potevano essere esonerati dalle attività ma non sospendere un servizio di pubblica utilità. In molti ci teniamo alla laicità delle istituzioni. Ci sono stati colleghi che hanno disobbedito e hanno tenuto lezione». Per il prof. Francesco Tateo, docente alla facoltà di Lettere, «è necessario affermare la laicità dell’Università e non si devono interrompere le lezioni, già difficili da tenere…». Anche il preside di Lingue, Bruno Pompili, ha firmato il documento: «Con rispetto per i cattolici, quando vedo una maggioranza che fanaticamente segue un avvenimento come la morte del Papa, del quale magari non s’è mai interessata, credo che sarebbe utile riflettere e auspicare più discrezione verso la morte e la fede. Queste manifestazioni di esaltazione della fede collettiva non vanno bene». Per Francesco Fiorentino, della facoltà di Lettere, «l’Università è un’istituzione laica, e ci possono esserci laici, atei, seguaci di altre confessioni. L’iniziativa di sospendere le lezioni è stata improvvida, e quasi tutti gli atenei d’Italia non l’hanno fatto. Questo avvenimento è stato un evento mediatico. Ma né la legge italiana né la Costituzione europea prevede che le nostre radici siano cristiane. Riconosco la grandezza del Papa ma c’è la laicità».
Manlio Triggiani sulla Gazzetta del Mezzogiorno