Coincidenze. Nel giorno in cui papa Benedetto XVI riceve in udienza i giornalisti dicendo “con piacere incontro il mondo della comunicazione: grazie per il servizio che avete reso alla santa sede e alla chiesa cattolica”, i Valdesi diffondono una nota in cui si legge:
«Il 20 aprile la Sipra, concessionaria per la pubblicità della RAI, d’intesa con Raitrade, ha respinto la pubblicità a pagamento inviata dalla Tavola valdese per la campagna radiofonica ‘otto per mille’, dopo che era stato stipulato un regolare contratto.
In una lettera inviata ieri al direttore generale RAI Flavio Cattaneo, la pastora Maria Bonafede, vice-moderatora della Tavola valdese, ha chiesto chiarimenti sulla vicenda, esprimendo sorpresa e preoccupazione per una decisione ‘che ha il sapore della censura, della violazione di un fondamentale diritto alla comunicazione e della discriminazione nei confronti di una minoranza religiosa’. La RAI – prosegue la nota – ha chiesto in particolare di modificare lo slogan ‘Molte scuole. Nessuna chiesa’ e l’affermazione ‘Nemmeno un euro viene utilizzato per le attività di culto’. Il rifiuto di accogliere la pubblicità è stato motivato sulla base dell’articolo 7 delle ‘Norme del codice deontologico sulla Pubblicità RAI’, che afferma: ‘la pubblicità non deve esprimere o comunque contenere valutazioni o apprezzamenti su problemi aventi natura o implicazioni di carattere ideologico, religioso, politico, sindacale o giudiziario’.
Lo scorso anno – ricordano i valdesi – frasi analoghe erano state regolarmente trasmesse anche da Radiorai. La Tavola valdese ha respinto la richiesta di modificare tali frasi, le quali sottolineano un preciso orientamento delle chiese valdesi e metodiste da essa rappresentate: tali chiese, infatti, hanno scelto fin dall’inizio di utilizzare i fondi ‘otto per mille’ ‘esclusivamente per interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero’, come si legge nell’Intesa con lo Stato.
In altre parole – prosegue Bonafede – ciò che Sipra e Raitrade non intendono trasmettere è il richiamo ad una legge dello Stato.»
Fonte: Ansa