Nell’ultimo anno si è registrato un aumento del “turismo procreativo”, con un più 20 per cento di coppie che si reca all’estero per ovviare ai limiti imposti in Italia dalla legge 40 sulla procreazione assistita. Al contempo, il tasso di gravidanze ottenute con la “provetta” dall’entrata in vigore della legge, è diminuito in media di un terzo. Sono alcuni dei dati diffusi giorni fa a Roma da specialisti e associazioni di pazienti. Il problema infertilità, secondo l’associazione di pazienti “L’altra cicogna”, colpisce una coppia su cinque. “Il limite dei tre embrioni e il divieto di congelamento”, ha affermato Ettore Barale dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, “hanno portato gli specialisti a dover aumentare i cicli di trattamento ormonale, con ripercussioni sulla salute psicofisica della donna, per cercare di mantenere le percentuali di successo. La legge ha favorito, con questi limiti, il paradosso delle gravidanze multiple nelle donne molto giovani e nessuna gravidanza in quelle più adulte”. Numerose infine le storie di coppie a rischio di trasmettere gravi malattie genetiche andate all’estero per la diagnosi preimpianto sull’embrione ed evitare l’aborto terapeutico.
Fonte: la Repubblica, supplemento Salute