Franco Debenedetti e gli auguri di Pera

In apertura di seduta, la mattina successiva all’elezione di Benedetto XVI, il presidente Pera, dopo gli auguri di rito «a nome dell’intero Senato», aggiungeva questo commento: «Il suo pontificato sarà importante per tutti noi che abbiamo bisogno di una guida morale, spirituale e di una nostra identità». Già all’ascolto il commento mi parve improprio, e mi astenni dall’applauso. Nella lettura del resoconto stenografico trovai conferma al mio giudizio, e manifestai il mio dissenso in un breve comunicato stampa. I parlamentari, recita la Costituzione, rappresentano l’intera nazione, a maggior ragione la rappresenta «l’intero Senato». E invece è fuori di dubbio che sono molti in Italia quelli che non guardano al Pontefice come alla propria guida spirituale; e che ancor più numerosi sono quelli che non ritengono di aver bisogno di una guida pastorale per comportarsi secondo morale e per fondare la propria identità. Inserii il comunicato stampa sul mio sito, «Repubblica» lo riprese in un boxino. E incominciarono a piovere sms ed e-mail, un fatto non solo inusitato per quantità, ma singolare per contenuto: tutti solo per ringraziare, ringraziare di essere stati rappresentati. Nessuna polemica politica (e sì che Pera non è proprio popolare a sinistra), men che meno polemica anticlericale. Una polemica, direi istituzionale, di protesta contro la subalternità delle istituzioni dello Stato nei confronti di altre istituzioni. [..] Se un’iniziativa minima, come un comunicato stampa, ha destato tante e così univoche reazioni, vuol dire che essa ha colpito un punto sensibile. Di fronte all’inondazione, mediatica, politica e culturale, durante gli ultimi giorni di Papa Giovanni Paolo II e i primi giorni di Papa Benedetto XVI, di fronte all’offensiva che nell’occasione è stata lanciata contro un sistema di valori di cui vanno giustamente fiere, molte persone non hanno trovato risposte politiche: né da destra, come c’era da aspettarsi, ma neppure da sinistra, come è invece sorprendente. Queste persone non vogliono che le istituzioni siano in mano a una classe politica che dichiara di aver bisogno di guardare altrove per trovare la propria guida morale e la propria identità.
Franco De Benedetti sulla Stampa

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