Il paese con la più alta percentuale di cattolici in tutta l’Asia si prepara a varare una legge sulla pianificazione familiare e i servizi di “salute riproduttiva”, che si ferma appena ad un passo dalla legalizzazione dell’aborto. La legge, che potrebbe entrare in vigore entro pochi mesi, stabilisce una “ragionevole politica nazionale” che nei fatti discrimina le famiglie con più di due figli e richiede alla Chiesa cattolica di offrire educazione sessuale nelle scuole e pagare per la sterilizzazione (volontaria) dei suoi impiegati. Il “Decreto per la paternità responsabile e il controllo della popolazione”, noto come “legge sui 2 figli” o Lingtas Buntis è stata approvata in via preliminare da una Commissione parlamentare nel febbraio scorso. La legge prevede il censimento degli abitanti “a rischio” fertilità, incentivi statali alle coppie che decidono di non avere più di 2 figli, sussidi a quelle che già hanno 2 figli perché non incrementino la prole. La normativa stabilisce pene pecuniarie e anche il carcere per chi si oppone alle misure di controllo demografico. La norma stabilisce che “lo Stato…garantisca l’accesso universale a sicuri, sostenibile e qualitativi servizi per la salute riproduttiva”. La proposta propone “cure per la salute riproduttiva” in termini di “disponibilità e accesso a una completa gamma di metodi, tecniche e servizi che contribuiscono alla salute sessuale e riproduttiva…inclusi informazione e servizi sulla pianificazione familiare”. Agenzie Onu e gruppi a favore dell’aborto affermano che in questi termini sia incluso anche l’aborto, mentre la nuova legge ribadisce che questa pratica “continuerà ad essere penalizzata” dallo Stato. […]
Fonte: Asianews