Ignorando le riserve della Chiesa, il Ministero della sanità argentino ha lanciato il Programma di salute sessuale e riproduttiva che prevede, tra l’altro, la distribuzione gratuita di 18 milioni di anticoncezionali negli ospedali e una campagna su ampia scala attraverso i media. Accanto a dieci milioni di profilattici, saranno distribuiti anche 450.000 spirali, 5,8 milioni di confezioni di pillole e 1,6 milioni di anticoncezionali iniettabili. Il progetto del governo si basa su una serie di inchieste e sondaggi di opinione che rivelano dati piuttosto interessanti sul tema dell’aborto in Argentina. L’ultimo, realizzato dall’Università Kennedy e pubblicato dal quotidiano Clarin, rivela che quello della maternità non desiderata e dell’aborto clandestino non è un problema esclusivo delle fasce più povere ma anche della classe media della popolazione argentina. La decisione di lanciare la campagna per una sessualità consapevole segue di pochi giorni la proposta del ministro della Sanità, Gines Gonzalez Garcia, di discutere della legalizzazione dell’aborto. In quell’occasione il vescovo castrense Antonio Baseotto aveva detto che si sarebbe dovuto gettare in mare il ministro con una pietra al collo. Il governo argentino ha reagito revocando i privilegi concessi a Baseotto per la sua condizione di capo dei cappellani militari, ma lo strascico di tensioni non si è ancora sopito. E c’è da immaginare che il lancio del programma che incentiva i giovani all’uso di diversi tipi di anticoncezionali aprirà ora un nuovo contenzioso. La Chiesa, secondo il quotidiano «Pagina 12», starebbe già esercitando pressioni dirette sui parlamentari argentini.
Fonte: l’Unità, ripresa da Gaynews