«Già l’idea che qualcuno inciti gli elettori a non andare a votare, mi sembra un motivo valido per andarci. Se ci sono opinioni diverse si possono discutere, ci si può confrontare. E poi la maggioranza decide: è un basilare principio democratico. Ma invitare all’astensionismo, boicottare in partenza l’espressione della volontà popolare, mi sembra un atteggiamento parecchio discutibile». Ad Andrea De Carlo – negli anni Ottanta enfant prodige della nuova narrativa italiana (da Treno di panna a Due di due) e oggi uno degli scrittori di maggior successo nel nostro Paese (l’ultimo romanzo, Giro di vento, pubblicato da Bompiani, è stato per mesi in vetta alle classifiche) – in tutta questa storia dei referendum del 12 e 13 giugno sembra non andare giù soprattutto l’ideologizzazione del dibattito.
Dal sito del Comitato Referendum