«Andrò a votare e voterò quattro sì. Non solo, avrei preferito che ci fosse stato il referendum, non ammesso dalla Corte costituzionale, sull’abrogazione complessiva della legge. Avrei votato sì anche in quel caso, perché una legge in questa materia sarebbe stato meglio non averla». Se c’è una parola, un concetto, un credo politico caro ad Antonio Martino questa parola è liberale. Ed è proprio da qui che il ministro della Difesa parte per spiegare la sua posizione sui referendum per la fecondazione artificiale.
D. Chi ha votato questa legge sostiene che senza regole l’Italia sarebbe in una condizione da Far West.
R. «Non avremmo né la giungla né il Far West, ma il comportamento razionale, cosciente e responsabile degli italiani. Chi crede in una democrazia libera lo fa perché si fida del senso di responsabilità e della coscienza dei cittadini. È per questo che affida loro il compito di decidere il destino dell’intero Paese. Ma allora perché, in questioni che riguardano direttamente i cittadini stessi, a decidere non dovrebbe essere la loro coscienza ma la coscienza della maggioranza parlamentare?» […]
L’intervista completa di Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera