La falce del Consiglio dei Guardiani si è abbattuta sui candidati alla presidenza dell’Iran. Non ci sarà nessuna delle 89 donne che si erano presentate e mancheranno anche un migliaio di uomini che avrebbero voluto candidarsi. In compenso, però, nel voto del 17 giugno potrebbe rientrare qualcuno dei grandi esclusi riformisti. La Guida suprema Ali Khamenei ha indicato ieri al Consiglio dei Guardiani due nomi: l’ex ministro dell’Istruzione Mostafa Moin e il vicepresidente della Repubblica Mohsen Mehralizadeh. Una concessione minima allo schieramento che in Iran chiede più ampie aperture democratiche e che ora minaccia il boicottaggio del voto. Gli Stati Uniti «guardano con profonda preoccupazione alla decisione di un organo non eletto di un regime clericale che «chiaramente mira a garantire che all’elettorato siano presentati soltanto coloro che sono completamente accettabili per l’ala dura» degli ayatollah.
Fonte: il Corriere della Sera