L’accusa è quella di ordire un “piano”. Di voler intervenire sulla legge sull’aborto dopo il referendum sulla procreazione assistita, magari dopo aver incassato il successo dell’astensionismo. E le uscite di autorevoli esponenti della Cdl sull’ipotesi di rimettere mano alla 194 sarebbero la conferma di quel piano. Prima Maurizio Gasparri, poi il ministro della Salute Francesco Storace che predica cautela (“Non è il momento”) ma avvisa che ci saranno “verifiche sui consultori”, per finire col sottosegretario agli Affari sociali Maria Grazia Sestini che parla di una legge “in parte tradita perché non doveva favorire l’aborto ma la maternità”. Ce n’è abbastanza per provocare una levata di scudi generale che fa virare lo scontro politico sul referendum del 12 e 13 giugno in tutt’altra direzione. “Hanno gettato la maschera” insorge il fronte del Sì. La sinistra si mobilita, ma il tasto dell’aborto mette in allerta anche pezzi della maggioranza. “Piano piano la verità viene a galla – afferma Emma Bonino – gli avversari del referendum puntano a rimettere in discussione la legge sull’aborto per tornare alla sua criminalizzazione”. […]
Carmelo Lopapa su Repubblica