«Illegale». «No, sacrosanto». Il presidente del Senato Marcello Pera scrive al Corriere della Sera che non andrà a votare per i referendum sulla fecondazione assistita e spiega perché. Ma le sue parole infiammano gli animi e di nuovo gli schieramenti opposti si scontrano. Il leader radicale Daniele Capezzone lo attacca: «È come se il presidente della Repubblica si mettesse a fare campagna per il sì, il no o l’astensione». Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia lo difende: «Mi riconosco sia nella scelta dell’astensione sia nell’affermazione del valore della dignità della persona». Secondo Pera astenersi non è «uno stratagemma furbo» ma «significa affidare al Parlamento il compito della eventuale revisione» della legge 40. […] Gli ribatte Barbara Pollastrini dei Ds, «è triste e preoccupante vedere la seconda carica dello Stato nel ruolo di pasdaran dell’astensione», mentre dovrebbe difendere «i principi laici e liberali dello Stato». Sottoscrivono Antonio Del Pennino e Lanfranco Turci, senatori del Pri e dei Ds e componenti del comitato promotore dei referendum. E ricordano a Pera «che non andare a votare significa voler lasciare la legge così com’è» mentre proprio lui nella passata legislatura in Senato «ebbe a giudicarla declamatoria, reticente e anche un po’ ipocrita». […]
Fonte: il Corriere della Sera