Nel Paese degli sprechi e delle spese inutili, di cui da decenni i democristiani sono grandi fautori, poteva mancare l’ipocrita morale antireferendum del duo Udc Volontè-Giovanardi? In un perfetto gioco di squadra, l’uno ha fatto l’assist, l’altro ha fatto gol. A porta vuota, però. Perché chi doveva parare ha vestito i panni dell’attaccante. La scenetta è andata in onda in diretta televisiva nel question time,. durante il quale il presidente dei deputati Udc, Luca Volontè, ha sollevato, con una interrogazione, la questione dei costi della tornata referendaria, definita “una stupidaggine che costa”. Il ministro per il rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, per nulla dispiaciuto della domanda, ha così sviscerato con dovizia di particolari le cifre: la consultazione costerà “364.819 euro, circa 700 miliardi di vecchie lire”. A questi vanno aggiunti, se venisse raggiunto il quorum, altri euro come rimborso ai comitati promotori. Si tratta, ha sottolineato il ministro, di “1.032.953 euro, pari a circa 2 miliardi delle vecchie lire in cinque rate annuali. A questo va aggiunto il mantenimento dell’ordine pubblico nei due giorni della consultazione garantito da “60mila unità delle forze di polizia”. Tanti o pochi che siano, i soldi di questa “stupidaggine” ci sembrano spesi bene, soprattutto perché potrebbero servire a contrastare la “volontè” di una minoranza imposta per legge a una maggioranza spesso, non sempre per sua colpa, inconsapevole.
Antonio Marulo su Nuova Agenzia Radicale