Un lontanissimo 29 dicembre del 1988 alla Camera dei deputati tuonarono parole pesanti contro il “più retrivo proibizionismo con la pretesa di trasferire nella legislazione dello Stato quanto previsto dalla teologia morale cattolica e codificato nel diritto canonico”. Si parlava per la prima volta dell’inseminazione artificiale eterologa colpita da quella teologia morale come “una nuova fattispecie criminosa… per le gravi conseguenze che tale evento può avere nell’ambito della famiglia”. Il deputato Massimo Teodori del Gruppo federalista europeo, cioè i radicali, presentava una proposta di legge sull’inseminazione artificiale. Spicca tra i firmatari del documento il terzo nome: l’allora radicale Rutelli Francesco. Gli altri erano Giuseppe Calderisi, Emilio Vesce e Domenico Modugno. Oggi Rutelli divenuto nel frattempo presidente della post-democristiana Margherita la pensa in tutt’altro modo e dichiara, in linea con la Cei e il Vaticano, che si asterrà contribuendo a far fallire il quorum della consultazione e a mantenere in vigore l’attuale legge 40 della quale è stato uno dei firmatari. […] La proposta di legge finì arenata un paio di mesi dopo e non se ne parlò più. Fino a oggi.
Fonte: Repubblica.it