Non erano state dichiarazioni fredde e formali. Da sinistra erano arrivati attestati di stima, apprezzamenti convinti quando il Conclave aveva scelto Joseph Ratzinger come successore di Giovanni Paolo II. «Non sarà un Papa integralista – aveva detto Piero Fassino -, guardo a lui con grande aspettativa». «La sua elezione – aveva aggiunto Massimo D’Alema – è una buona notizia. Ho simpatia per le persone di intelligenza e cultura». In un’intervista Nichi Vendola lo aveva definito addirittura un «maestro»: «Il suo è un pensiero forte – aveva spiegato – e in questo momento il mondo ne ha bisogno». Sono passati poco più di due mesi. Due mesi in cui il Papa ha parlato più volte di famiglia e di matrimonio, toccando anche il tema della fecondazione assistita, campo di battaglia dei referendum di domenica prossima. Ed ora la sinistra si interroga: era davvero ben riposta quella fiducia? Claudia Mancina (Ds) aveva definito Benedetto XVI un «raffinato intellettuale che dialogherà con i laici da una posizione di forte identità». Delusa? «Sono amareggiata perché è intervenuto sul tema della procreazione assistita in piena campagna referendaria. Mi aspettavo che ne avrebbe parlato ma speravo che lo avrebbe fatto solo dopo il voto. Si vede che pure lui è sottoposto a forti pressioni politiche». Anche il segretario dello Sdi, Enrico Boselli , aveva difeso Benedetto XVI: «La sua elezione – aveva detto – non è una vittoria della destra». Non che adesso lo attacchi, ma qualche dubbio in più ce l’ha: «Se il Papa dovesse entrare in maniera ancora più diretta nella politica italiana – spiega – sarebbe un peccato. Quando esponenti cattolici dicono che considerano “strani” i cattolici che andranno a votare al referendum, si sorpassa il confine della laicità dello Stato. Spero che Ratzinger non avalli questa operazione». Se due mesi fa si parlava di fiducia, ora siamo ai timori. Dice Marco Rizzo , Comunisti italiani: «La sinistra è campione in questo sport: ha provato a tirare il Papa dalla sua parte dipingendolo non com’è ma come lo vorrebbe. È stato un errore. Il Papa fa il Papa, è il suo mestiere. Non si può pretendere che faccia il progressista, che apra sul matrimonio per i preti o sugli omosessuali. La Chiesa è questa, chi ci vuole stare ci sta». […]
Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera