«Continuerò ad astenermi dalle udienze se nelle aule del Tribunale ci sarà il crocifisso: in via provvisoria potrei tornare al lavoro solo se insieme al crocifisso sarà esposto anche il mio simbolo. In caso contrario mi sento discriminato». Lo ha detto il giudice del Tribunale di Camerino, Luigi Tosti, in una conferenza stampa tenuta prima di essere interrogato dal procuratore della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, nell’ambito del procedimento penale che lo vede indagato per rifiuto di atti d’ufficio. […] «Si tratta di stabilire ha affermato se siamo tutti uguali oppure se c’è qualcuno più uguale degli altri. La soluzione è che nessun simbolo entri nei luoghi pubblici: non ci dev’essere uno stato confessionale ma uno stato laico che non deve identificarsi con nessun simbolo religioso bensì nella bandiera e nella patria». […] «Spero che si vada ad un processo ha dichiarato ancora Tosti perché si arrivi ad una sentenza Montagnana-bis, che tra l’altro organismi dello Stato hanno completamente travisato». Il giudice ha sottolineato inoltre di essere in attesa di una risposta alla lettera inviata il primo maggio scorso al ministro di Giustizia, Roberto Castelli. Tosti ha riferito infine di aver ricevuto la solidarietà dei professori di diritto ecclesiastico delle Università di Bari, Bologna, Firenze e Roma «che si sono detti d’accordo ha concluso con le mie tesi e con le mie rimostranze». Al termine dell’interrogatorio Tosti ha detto: «Ho spiegato che cosa realmente è accaduto. Il procuratore non conosceva la situazione, perché chi ha fatto la segnalazione non ha spiegato i fatti. Francamente, pensavo avesse addotto le ragioni della sua denuncia. La contestazione, invece, è monca. Nei prossimi giorni presenterò una memoria al procuratore per far conoscere tutta la vicenda e le mie richieste. Comunque, ho spiegato che l’amministrazione si rifiuta di togliere il crocifisso e per questo ho dovuto fare ricorso al Tar. Ricorso ancora fermo. Vedremo cosa accadrà. Una cosa è certa – ha concluso – non tornerò al lavoro se continuerà la discriminazione».
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