Il Viminale non farà nessuna eccezione per il referendum: i dati sull’affluenza alle urne verrano dati anche durante l’apertura dei seggi, come per ogni consultazione elettorale. La richiesta di un black out informativo fino alla chiusura delle urne era venuta dal fronte astensionista preoccupato che comunicare la percentuale di affluenza potesse modificare l’andamento delle votazioni. Una richiesta che il ministero degli Interni ha rispedito però al mittente: il 12 e 13 giugno il silenzio non ci sarà, così come è sempre avvenuto sia per le elezioni che per il referendum. Ma questa volta, però, la posta in gioco è diversa. Perché la sfida tra i due schieramenti si gioca sul filo del quorum. Il raggiungimento del numero legale, infatti, preoccupa entrambi. Il partito dell’astensione che punta sul successo del non-voto per sostenere la legge 40 e depotenziare ogni tentativo di rimaneggiarla. E il fronte trasversale che mira a modificare la legge attraverso il responso dei seggi. E le informazioni sull’affluenza potrebbero agire da richiamo se il quorum fosse vicino, ma anche contribuire a scoraggiare al voto se il raggiungimento della maggioranza dovesse annunciarsi lontano. Dalla Cdl, i primi a chiedere al Viminale di mettere un silenziatore alle notizie provenienti dai seggi erano stati Francesco Cossiga e Luca Volontè, e poi Antonio Palmieri, Alessio Butti e Antonio Jervolino. […]
Fonte: Gaty Sepe sul Mattino