Il colpo finale della strategia, ieri sera, nei due principali tg: il Tg1 che annuncia i referendum nei titoli e poi se la sbriga con un minutino scarso dopo un quarto d’ora. E il Tg5 che almeno ha un servizio un po’ più ampio con le schede e le matite colorate, ma se lo dimentica nei titoli. Ci sono i radicali che ieri sono riusciti a ottenere una rettifica dal Gr1 che aveva parlato erroneamente di forze politiche che vogliono cambiare la legge 40 in Parlamento. C’è un tg regionale, quello della Lombardia, che è stato criticato aspramente per aver citato la possibilità dell’astensione. Non c’è molto altro, perché quello davvero impossibile da raccontare in queste ultime settimane è il terrificante muro di gomma eretto dai tg principali, dalle tv principali di fronte all’informazione sul referendum. Venti giorni fa era diventata una questione di minutaggi: le accuse dei radicali al dg della Rai, Cattaneo, che andava poi a difendersi in Commissione di vigilanza sostenendo che la Rai dedicava 82 minuti al giorno ai referendum. Ovvio che i minuti in questione bisogna pesarli (prime serate, etc.) e non contarli: la certezza è che negli spazi tv importanti i referendum non ci siano. […]
L’articolo di Antonio Dipollina è su Repubblica