E così mons. Giuseppe Chiaretti, presidente della Conferenza episcopale umbra nonché vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, ha ufficialmente varcato la soglia di Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio regionale dell’Umbria. La visita “pastorale” è stata decisa, guarda caso, proprio all’indomani dei risultati di una consultazione referendaria che ha visto la Chiesa promuovere in modo strumentale l’astensionismo e della storica data del 20 giugno. […] Non siamo assolutamente contrari all’incontro tra istituzioni statali e realtà confessionali. Riteniamo, però, che tale incontro debba avvenire senza favoritismi e nel pieno rispetto di ogni identità religiosa, di credenti e anche non credenti. In caso contrario, ci troveremmo dinanzi ad un atto di prevaricazione, prepotenza e illegittima confusione di ruoli. Chiediamo, pertanto, che anche i massimi rappresentanti di tutte le espressioni religiose, senza distinzione di sorta, nonché dell’Unione atei e agnostici, siano ufficialmente invitati e ricevuti con lo stesso trattamento che è stato riservato a mons. Chiaretti. La democrazia deve, infatti, consentire ai singoli e ai gruppi eguali opportunità per far conoscere le proprie convinzioni in materia di etica e di religione. Per converso, una gerarchia religiosa che ricorra ad astuzie e stratagemmi per affermare e rendere valevole per l’intera collettività la propria univoca visione non può che offendere gli stessi credenti per i quali la fede nasce da un libero moto di adesione interiore e nulla deve avere da spartire con i tatticismi politici. D’altronde finché la sinistra risulterà, purtroppo, remissiva, opportunista e genuflessa, interessata solo alla conservazione e alla spartizione del potere e non alla costruzione di un’alternativa, sarà sempre più difficile riuscire a garantire il rispetto delle libertà civili e la reciproca non ingerenza tra Chiesa e Stato. […]
Andrea Maori e Francesco Pullia sul sito dei Radicali Italiani