Referendum: elettori neoconservatori? No, disimpegnati

La religione determina le scelte politiche, come sostiene il presidente del senato Marcello Pera? Dunque italiani ubbidienti cattolici devoti al cardinal Camillo Ruini e al suo invito all’astensione? La realtà potrebbe essere molto diversa, almeno stando al primo sondaggio di opinione realizzato all’indomani del fallimento dei referendum sulla procreazione assistita di dieci giorni fa. […] In sintesi stando ai risultati di questo primo sondaggio meno di un quarto degli astensionisti hanno ascoltato i messaggi del variegato fronte anti abrogazionista e sono rimasti lontani dai seggi perché convinti che la legge 40 sia la migliore legge possibile. Si può notare che sono meno di quelli che hanno fatto invece la scelta opposta, sono cioè consapevolmente andati a votare (25,9% degli elettori). La parte maggiore del corpaccione astensionista viene stretta dalla ricerca nella categoria disimpegno-disinteresse: 59%. Sono i veri vincitori del referendum fallito e, si può star certi, sono pronti a partire da posizioni di vantaggio anche per i prossimi referendum. «L’Italia non è stata affatto invasa da un’ondata montante di spirito neoconservatore o di attivismo religioso», si legge nella relazione che accompagna i risultati del sondaggio. Segue la conclusione, non sapremmo dire se rassicurante o di maggior sconforto: «Non stiamo diventando ancora neoconservatori, più semplicemente siamo un popolo disimpegnato».
L’articolo di Andrea Fabozzi sul sondaggio Coesis è sul sito del Manifesto

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