[…] Risulta evidente che il nuovo pontificato si è incamminato verso una reviviscenza politica dell’azione ecclesiale, che interferisce e condiziona le autorità civili invadendo campi delicatissimi. Si fronteggiano due visioni profondamente distanti: quella dello Stato liberale e agnostico la cui funzione è di garantire a tutti piena libertà di comportamento e pieno esercizio dei diritti nell’ambito delle leggi, e quella d’una Chiesa che auspica e opera per dare allo Stato un contenuto religioso attraverso leggi improntate alla morale cattolica, vincolanti anche per chi abbia credenze e convinzioni diverse. Una visione “guelfa” della politica, che sposta il baricentro della vita pubblica italiana dal Quirinale a San Pietro, da Montecitorio al Laterano. A questo punto non c’è più spazio per distinzioni e mediazioni. Prenda ciascuno il posto che la coscienza gli suggerisce. Il nostro è chiaro: rispetto verso tutte le confessioni religiose e garanzia del loro libero esercizio; delimitazione netta delle rispettive autonomie tra il potere civile e quello religioso; difesa intransigente dei diritti di libertà che vanno tutelati ed estesi.
L’articolo di Eugenio Scalfari è sul sito di Repubblica