Sara’ la Corte Costituzionale a pronunciarsi sul caso della donna di Cagliari alla quale e’ stata rifiutata la diagnosi preimpianto per ottenere la fecondazione medicalmente assistita. Stamattina e’ stata depositata l’ordinanza con la quale il giudice del tribunale di Cagliari Donatella Satta solleva la questione di legittimita’ costituzionale sull’articolo 13 della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita oggetto del referendum del 12 giugno scorso che non ha raggiunto il quorum. La norma non consente la diagnosi preimpianto sull’embrione se non per tutelarne la salute e lo sviluppo. Nel caso della donna di Cagliari, portatrice sana di betatalassemia cosi’ come il marito, il rischio e’ che l’embrione manifesti la malattia per la quale non esistono cure, com’e’ gia’ capitato in una precedente gravidanza interrotta all’undicesima settimana con un aborto terapeutico. Proprio in seguito a questa terribile esperienza, la futura mamma ha sviluppato una depressione che dura da un anno, come testimonia l’accertamento di uno psichiatra. “Il problema”, sottolinea il giudice nell’ordinanza, “concerne l’eventualita’ che il rifiuto della diagnosi preimpianto comporti di per se’ il pericolo di una lesione del diritto alla salute della donna che la richiede”. L’avvocato Luigi Concas, che tutela la donna, aveva sollecitato il giudice a riconoscere il diritto alla diagnosi preimpianto e, in subordine, a investire del caso la Consulta. Il pubblico ministero Mario Marchetti aveva chiesto al tribunale di ordinare al primario di Ostetricia dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, al quale la coppia si era rivolta, di eseguire la diagnosi preimpianto in quanto – date le circostanze – non in contrasto con la legge 40.
Fonte: Kataweb News