«La libertà della donna conquistata con la pillola»

Macché diritti di maternità e legge sul divorzio. È stata la pillola a rendere la donna davvero libera. Libera di scegliere se e quando avere un bambino. E quindi libera di studiare, lavorare, fare carriera, fare soldi ed essere felice. Insomma, è il controllo delle nascite il principale fattore di emancipazione dalla Seconda Guerra mondiale ad oggi. Lo dice uno studio inglese. Con tanto di numeri (e non slogan) alla mano. I ricercatori della London School of Economics (Lse), coordinati dall’italiana Silvia Pezzini, hanno preso in considerazione i dati di 450mila donne inglesi e di 11 Paesi europei dal 1975. Quindi hanno incrociato il livello di soddisfazione delle ladies con le principali vittorie delle battaglie al femminile: leggi sull’aborto, contraccettivi, diritti di maternità e legge sul divorzio. Risultato: «Quello che ha reso davvero libere le donne è stato il controllo delle nascite. Mentre diritti di maternità e divorzio hanno avuto effetti trascurabili sul Welfare al femminile». Anzi: in alcuni casi «effetti negativi». Per intenderci: «Quello che le donne guadagnano grazie ai congedi maternità lo perdono sul piano dell’idoneità professionale», mette in guardia la Pezzini. Che va oltre: «L’obiettivo del governo Blair di portare il congedo pagato a 12 mesi difficilmente aiuterà la causa delle donne». La pillola è stata introdotta in Inghilterra per le donne sposate nel 1961. E la responsabile dello studio libertà-uguale-pillola evidenzia: «Le ladies che all’epoca erano in età fertile hanno registrato un aumento del livello di benessere». Vale a dire: più donne laureate, più donne al lavoro e al lavoro con mansioni di responsabilità. […]
L’articolo di Alessandra Mangiarotti è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

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