[…] Perché prelevare anche l’otto per mille di chi non vuole destinarlo a nessuno? Dice Maria Cecilia Guerra: “Se ci si fosse limitati ad assegnare le quote espresse, la Chiesa cattolica sarebbe stata sostanzialmente l’unica beneficiaria (quest’anno, otterrebbe l’87,2 per cento del 40 per cento). Gli altri culti prenderebbero una cifra ridicola, ed è per questo che si è deciso di far leva anche sulle scelte non espresse”. Alle quali, peraltro, valdesi e avventisti rinunciano, ritenendo di dover usufruire solo del denaro esplicitamente loro destinato. L’utilizzo dei fondi dell’otto per mille da parte delle chiese è regolato dalla legge 222 del 1985 e dalle diverse intese stipulate con lo Stato italiano. In realtà, solo la Chiesa cattolica e quella evangelica luterana prevedono di destinarne una parte, anche ingente, a finalità prettamente religiose. Gli altri dedicano il loro otto per mille esclusivamente ad attività umanitarie, culturali e di solidarietà. L’attribuzione delle quote avviene attraverso una sorta di forfait annuale. In realtà, il Fisco non determina il gettito delle tasse complessivo puntualmente, anno per anno appunto, ma le quote dell’otto per mille vengono assegnate invece ogni anno attraverso un meccanismo di anticipazione. […]
L’articolo di Valentina Caracciolo è stato pubblicato sul sito di Help Consumatori