[…] Con l’ascesa al potere della forte comunità sciita (forte soprattutto per i nuovi rapporti di vicinato con l’Iran ) la nuova Costituzione cancella in un sol colpo la tradizione secolare della Mesopotamia e assesta un duro colpo ai diritti della donna, che viene assoggettata alla legge coranica in materia di matrimonio, divorzio e successioni e perde la quota di rappresentanza obbligatoria in Parlamento. È quanto emerge da un capitolo della “Magna Charta” redatta dalla Commissione costituente e pubblicato dal “New York Times”. I diritti delle donne sono garantiti a patto che “non violino la Sharia”: questo significa che le donne non possono sposarsi senza il permesso della famiglia e che il marito può divorziare semplicemente dichiarandolo per tre volte ad alta voce e in pubblico. Si profila anche l’abolizione totale o parziale della clausola della Costituzione provvisoria, messa a punto insieme agli esperti giuridici americani, che prevedeva una quota femminile di almeno il 25% nella rappresentanza parlamentare. Il testo non è ancora definitivo e potrebbe essere emendato prima della scadenza di metà agosto entro cui dovrà essere presentata la Costituzione. Le donne irachene però hanno espresso preoccupazione e in 200 hanno manifestato nel centro di Baghdad contro la soppressione dei loro diritti. […]
Fonte: Aprile online