Sembravano quasi stupiti di se stessi i leader dell’Unione lasciando ieri pomeriggio San Martino in Campo, il paesino alle porte di Perugia che ha ospitato il primo incontro sul programma comune: «abbiamo riscoperto di essere molto più solidali di quello che in qualche momento noi stessi immaginiamo» ha detto Arturo Parisi. Discussione «ampia, serena e costruttiva» secondo tutti. […] Non è successo nulla. Tanto da far saltare all’occhio l’unica differenza concreta emersa dalle ore di confronto. È successo quando il socialista Roberto Villetti – spalleggiato dal ds Massimo D’Alema – rifacendosi alle parole usate da Carlo Azeglio Ciampi nel corso dell’incontro con papa Ratzinger, ha introdotto il tema della «laicità dello Stato». Un punto – ha detto – da chiarire nel programma per ribadire che il rispetto dei principi religiosi nulla ha a che vedere con la laicità di uno Stato che deve difendere le sue leggi, a partire da divorzio ed aborto «sui quali non si torna indietro». Laicità per affrontare i nuovi temi imposti dal cambiare della società e dai progressi della scienza ha convenuto Arturo Parisi. È stato lì che Francesco Rutelli ha messo in guardia dai «pericoli di una ideologia laicista» che potrebbe «avere l’effetto boomerang di rialzare steccati tra laici e cattolici» proprio quando «l’Unione è nata per far dialogare e convivere culture diverse». Discorsi di principio partiti «dall’esperienza negativa» del referendum sulla fecondazione «sul quale non ci siamo confrontati abbastanza prima» ed atterrati – «dovremo scrivere un capitolo sui diritti» ha detto D’Alema – sul nodo del riconoscimento delle coppie omosessuali. Rutelli non ha detto no ma ha invitato a «non chiamarli patti»: «esistono vari modelli oltre ai Pacs francesi, discutiamone esaminandoli tutti» ha spiegato proponendo il termine «contratti». […]
L’articolo di Teresa Bartoli è stato pubblicato sul sito del Mattino