Il tribunale di Amsterdam ha condannato oggi all’ergastolo Mohammed Bouyeri, ritenendolo colpevole dell’assassinio del regista Theo Van Gogh. Cittadino olandese di origine marocchina, Bouyeri aveva ucciso il cineasta nel centro della città il 2 novembre del 2004, prima sparandogli e poi accoltellandolo alla gola. Van Gogh è stato colpito mentre andava in bici. Noto per le sue posizioni polemiche contro l’ Islam, aveva girato un film-denuncia sulle condizioni di vita delle donne delle società islamiche, giudicato blasfemo e offensivo da molti musulmani. Intitolata “Submission”, la pellicola era stata scritta dalla parlamentare olandese di origine somala Ayaan Hirsi Ali. Dal momento dell’omicidio la donna vive sotto scorta, nel timore che si concretizzino le minacce di morte scritte da Mohammed Bouyeri in un memoriale affisso con un pugnale sul corpo di Van Gogh. L’omicidio ha influenzato notevolmente la vita politica e sociale dell’Olanda. Nel paese, patria dell’integrazione e della tolleranza, sono scoppiati negli ultimi mesi disordini e violenze, soprattutto ai danni della comunità musulmana, circa 900mila persone su 16 milioni di abitanti. Reo confesso, Bouyeri ha partecipato al processo con la kefiah palestinese in testa e una copia del Corano in mano. All’ultima udienza, l’uomo, ha affermato di aver agito “in nome della religione”, si è detto pronto a ripetere il suo gesto e si è rammaricato per non essere “morto da martire” al momento della cattura. […]
Fonte: Repubblica.it