[…] Non sentiamo il dovere d’ufficio di difendere il testimonial Sabrina Ferilli, ma la donna Sabrina Ferilli sì. E confessiamo che ci ha dato un po’ di fastidio lo sfottò cui è stata sottoposta ieri sul Giornale per aver scelto di adottare un bambino, invece di ricorrere alla fecondazione assistita. […] Innanzitutto l’articolista dimostra di non conoscere il complesso e spesso doloroso iter cui la legge italiana sottopone le coppie che vogliano ottenere l’idoneità per l’adozione. In secondo luogo donare maternità e paternità a un bambino che non è figlio del tuo patrimonio genetico «comporta rischi» e richiede dosi d’amore assolutamente comparabili, se non anche superiori, alla generazione artificiale. Durante la campagna referendaria i sostenitori dell’astensione hanno spesso contrapposto il bene dell’adozione al male della fecondazione assistita. Perché ora le cose sono cambiate? E dove sarebbe l’ipocrisia di chi, essendosi battuto per riconoscere il diritto di tutti a usare nel modo migliore e più sicuro la tecnica in provetta, sceglie poi un’altra strada per sé? Davvero questa gente pensa che chiunque abbia votato sì alla legge sull’aborto muoia dalla voglia di praticarlo? O che chi abbia votato sì alla legge sul divorzio l’abbia fatto per approfittarne e scaricare il coniuge? […]
Fonte: il Riformista