Come UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) siamo da sempre impegnati in favore della laicità dello Stato. È in questa logica che deve essere inserita la nostra battaglia per rimuovere i simboli religiosi dagli edifici pubblici.
Il caso dell’ufficio anagrafe di Firenze, tuttavia, non scaturisce dalla nostra campagna “Scrocifiggiamo l’Italia”, bensì nasce dalla spontanea indignazione di una cittadina qualunque che, forse non conoscendoci nemmeno, ha saputo interpretare pienamente le nostre istanze. È dunque evidente quanto il problema incida nella nostra comunità e quanto sia radicato il bisogno di laicità.
A ben vedere, la scelta dell’Amministrazione comunale potrebbe essere intesa come un’apertura anche verso chi non si riconosce nella religione cattolica apostolica romana, ma aderisce ad altre organizzazioni religiose o ha una concezione del mondo non confessionale. In questo caso, sarebbe opportuno che la giunta facesse conoscere al più presto le modalità per aggiungere con uguale rilevanza oltre al simbolo cattolico, anche quelli delle altre correnti di pensiero (atee comprese).
Uno stato realmente laico non può privilegiare solo una parte: dunque o “tutti o nessuno”.
Ma se non fosse questa l’intenzione dell’Amministrazione, anche l’UAAR si unisce a chi ha chiesto che Firenze mostri quel rispetto per l’alterità di cui si vanta, accogliendo la richiesta della cittadina che ha sollevato il problema. Una richiesta pienamente legittima, in linea con la sentenza numero 439/2000 della Corte di Cassazione e col supremo principio costituzionale della laicità dello Stato. Un principio evidentemente dimenticato da chi ci governa.
Circolo UAAR di Firenze