Avere un figlio scemo non è, nella vita, una delle circostanze più piacevoli. Ma capita, purtroppo. Parecchie famiglie di immigrati pachistani in Europa, per esempio, hanno scoperto che i loro figli avevano prenotato, presso tour-operator quantomeno disonesti, un viaggio per il Paradiso senza biglietto di ritorno, e con un mezzo di trasporto, lo zainetto esplosivo, più rumoroso e insicuro perfino rispetto a certi vecchi aerei a elica ancora in uso nelle isole dell’Egeo. Peggio, la meta proposta (che nei dépliant in agenzia, rozzamente ritoccati con il pennarello, era un giardino lussureggiante con zampilli e vergini nude) si è rivelata tutt’altra rispetto a quanto promesso: un vero e proprio loculo nel quale si viene ricomposti in forma di spezzatino, nel buio più completo. Quanto alla disponibilità delle ragazze urì, che figura nel contratto, è rimpiazzata, arrivati a destinazione, dalla visita di vermi e batteri, che non fanno lo stesso effetto e sono negati tanto alla conversazione teologica quanto alle attività sessuali. Gli organizzatori di questa forma estrema di turismo religioso si difendono sostenendo di non avere mai ricevuto reclami dai loro clienti, segno che il viaggio è andato a buon fine. […] Quanto al trascurabile dettaglio che, per permettere a un cliente il raggiungimento del Paradiso, è necessario accoppare, in fase di decollo, anche una cinquantina di persone che non avevano nessuna intenzione di andarci, alcuni tour operator wahabiti stanno valutando l’ipotesi di far pagare qualcosa, anche una cifra simbolica, alle famiglie delle vittime, che dopotutto si sono giovate di un viaggio nell’aldilà, organizzato da altri, senza scucire un soldo. […]
La “satira preventiva” di Michele Serra è stata pubblicata sul sito dell’Espresso