Dalle mura del carcere Steri a Palermo (oggi sede del Rettorato), riemerge il passato sanguinoso e misterioso legato alle prigioni dove per quasi due secoli, dal 1601 al 1782, gli uomini dell’inquisitore spagnolo Torquemada, interrogarono e torturarono centinaia di uomini fra, suore, innovatori, libertari, nemici dell’ortodossia politica e semplici poveracci, qualcuno di quegli sventurati è riuscito a lasciare un “segno”. Sotto l’intonaco sono state ritrovate delle scritte, dei graffiti di straziante dolore: “Sento freddo e caldo, mi ha preso la febbre terzana, mi tremano le budella, il cuore e l’anima mi diventano piccoli piccoli…. “, scrive con un punteruolo una delle “streghe” condannate al rogo dall’Inquisizione. In tre delle celle al piano terra, che ospitavano le recluse, sono venuti alla luce nuovi disegni completamente sconosciuti: figure umane e invocazioni delle prigioniere accusate di stregoneria. […]
Fonte: Liberazione.it