[…] Siamo in un laboratorio dell’università di Edimburgo, e un’equipe di scienziati italiani e scozzesi ha appena prodotto per la prima volta in provetta un cocktail di cellule del cervello umano. È l’ultimo frutto della ricerca sulle staminali, che all’orizzonte vede nuovi farmaci e la cura di malattie del cervello come Parkinson’s, sclerosi, còrea di Huntington, lesioni del midollo spinale. L’Italia ha partecipato all’esperimento con un ruolo di primo piano, ma nel nostro paese la ricerca sulle staminali è vincolata da una legge più restrittiva di quella britannica, e così è a Edimburgo che il cocktail di cellule del cervello è stato ottenuto, ed è da lì che le immagini dell’esperimento sono state divulgate. Spiega Elena Cattaneo, che insegna farmacologia all’università di Milano, ed ha partecipato allo studio: “Con la legge che abbiamo appena riconfermato tramite referendum rimarremo sempre dipendenti dall’estero”. […] Che ruolo avrà il nostro paese in queste ricerche di frontiera? “In Italia non possiamo derivare nuove linee di cellule staminali, ma possiamo importarle dall’estero” spiega Cattaneo. La legge è restrittiva, ma sembra facilmente aggirabile. “Anche se – prosegue la professoressa – non sempre è così agevole. A Edimburgo, per esempio, avevano appena messo a punto una nuova tecnica per derivare staminali purissime dagli embrioni in sovrannumero. Il loro metodo per la prima volta non prevede l’uso di mezzi di coltura che contengano sostanze animali. Non ci avrebbero ceduto le loro cellule, allora siamo stati noi a portare la nostra competenza in fatto di staminali del cervello da loro”. […]
L’articolo di Elena Dusi è stato pubblicato sul sito di Repubblica