I quotidiani italiani sembrano per il momento sorvolare sulla drammatica crisi numerica che ha colpito le Chiese tedesche. Evidentemente la riverenza nei confronti del papa continua a farla da padrone. Ha fatto eccezione, a onor del vero, un articolo di Mimmo De Cillis pubblicato sul Manifesto: “Una terra che il settimanale Der Spiegel dipinge oggi come attraversata da una «profonda crisi di fede»: un «paese scristianizzato», dove, secondo un recente sondaggio, soltanto i due terzi dei tedeschi dichiarano di credere in Dio. Una terra che riduce le chiese ad «agenzie matrimoniali e funebri», dove «ogni 75 secondi un fedele abbandona la chiesa», mentre i battesimi crollano e i fedeli cattolici (27 milioni su 82 milioni di abitanti) sono in netto calo.
Tra i servizi pubblicati all’estero, segnaliamo un articolo di Henri Tincq, vaticanista di Le Monde, dal titolo “Benoît XVI rend visite à une Eglise allemande fragile et contestataire”. Il quadro che traccia è desolante: La diocesi di Essen deve vendere metà delle sue chiese e sopprimere un migliaio di posti di lavoro… Tutti i budget sono rivisti al ribasso… In un land cattolico come la Baviera, non si contano più di sei battesimi ogni dieci nati… mentre il numero di preti (meno di 14.000) è in caduta libera… Oggi, la popolazione si divide in un terzo di cattolici, un terzo di protestanti, e un terzo di agnostici… “